L’Assembly Project ha seguito la vicenda di Marcello Di Finizio sin dall’inizio; ora, dopo 80 giorni di permanenza sul pontone chiamato “URSUS”, in condizioni talmente estreme, ci siamo decisi a dar voce alla sua vicenda partendo da alcune considerazioni di base:
1. Può considerarsi Civile una società che costringe un Uomo ad “Autocarcerarsi”e rimane sorda alle sue istanze?
2. Un Uomo che chiede unicamente un incontro col primo cittadino (obbligato a farlo dal proprio statuto comunale art.5) della sua città, perché egli ritiene gli abbia fatto un torto, chiede troppo?
3. Una società sempre più misantropa, gestita da una politica lontana dai bisogni dei cittadini, potrà garantire che il caso di Marcello Di Finizio rimanga un caso isolato? Oppure, visti i tempi bui che ci aspettano, riserverà un destino simile a noi ed ai nostri figli?
L’incontro con Marcello nella “rovente” giornata di sabato 10 Agosto, ci ha fatto capire che per esporsi su quell’”inferno ferroso” significa che ti è stato tolto tutto e non hai più nulla da perdere.
Alcune riflessioni, sono state poste alla fine del video, sul fatto che Marcello sta manifestando in una zona non soggetta a giurisdizione dello stato italiano.
Anche per questo sabato scorso all’incontro era presente anche la presidente della Trieste United Ingo, Charity Statunitense, Michelle Laura Kling, la quale ha dichiarato che sul caso e sulle pesanti violazioni dei diritti umani verranno interessate le Nazioni Unite.
Buona Visione.
Assembly Project, dalla parte di chi sente calpestati i propri diritti.